Muay Thai: colpire il corpo o la testa?
di Marco De Cesaris
Colpi al corpo o alla testa? Qual è il modo migliore per mettere fuori combattimento il tuo avversario durante un combattimento? Che tipo di attacco è più dannoso? La domanda offre ovviamente un’ampia gamma di possibili risposte, per lo più a seconda dell’esperienza personale di chi sta rispondendo. Inoltre, se prendiamo in considerazione i combattenti professionisti, la risposta varierà principalmente in base alle regole secondo le quali si svolge la competizione. Prendiamo ad esempio i combattimenti dilettantistici di Boxe o Muay Thai. Gli atleti sono fondamentalmente costretti a concentrare i loro colpi alla testa piuttosto che farsi strada verso il corpo dell’avversario poiché è molto improbabile che otterranno punti in un combattimento dilettantistico con qualcosa di diverso da un colpo di testa.
D’altra parte, nei combattimenti professionistici (che si tratti di Muay Thai, Kickboxing o Boxe) sia il lavoro al corpo che alla testa è ampiamente accettato e garantisce punteggi alti sui cartellini dei giudici.
Detto questo, possiamo osservare come la maggior parte dei combattenti è in grado di utilizzare in modo piuttosto efficace sia tecniche di colpo alla testa che al corpo e può essere considerata come “ibrida”. Ma nella storia degli sport da combattimento, proprio come in ogni altra attività umana, insieme alla vasta folla di individui rispettabili e buoni ci sono stati talvolta elementi particolarmente dotati che hanno contribuito allo sviluppo di una vera e propria specializzazione nella loro area di competenza.
I primi sono i cosiddetti “cacciatori di teste”, combattenti che concentrano le loro strategie sul tenersi a distanza dall’avversario in modo che, in qualsiasi momento durante il combattimento, siano in grado di scagliare un colpo alla testa.
Naso, mento, mascella, tempie e persino i seni carotidei (in particolare nella Muay Thai): sono questi i bersagli che il tipico cacciatore di teste riesce metodicamente a raggiungere con astuzia causando danni irreparabili a chi osa affrontarlo.
Nel pugilato, classici esempi di questa categoria tecnica sono stati il grande James J. Corbett (conosciuto come “l’inventore” del Jab) e l’ancor più grande Muhammad Alì. Entrambi questi campioni sono ancora considerati due dei maggiori esperti di tutti i tempi del diretto sinistro. Entrambi divennero famosi per la loro grande abilità nel colpire alla testa i loro sfortunati avversari da ogni possibile posizione ferendoli e provocando effetti devastanti (chi non ricorda il volto del coraggioso Henry Cooper devastato dai jab di Muhammad ” The Greatest ” Ali durante il loro secondo epico combattimento che ha ispirato la saga di Rocky Balboa?). Ma entrambi raramente si impegnavano in attacchi al corpo.
Nella Muay Thai, uno dei grandi di tutti i tempi è stato Golden Leg Pud Pad Noi (vedi articolo https://www.muaythai.it/pud-pad-noi-worawoot-king-of-muay-thai-kicks/).
Egli era il tipico cacciatore di teste della Muay Thai. Tutte le sue azioni e i suoi movimenti erano sempre un mezzo per raggiungere lo stesso obiettivo: piazzare il suo epico Tae Ken Ko (o calcio circolare al collo effettuato con la tibia o il collo del piede), un colpo potentissimo che non lasciava scampo nemmeno agli avversari più duri e più abituati a essere colpiti.
Questi grandi atleti basavano la loro strategia di combattimento principalmente sul “Passo Laterale” della Boxe o sul “Salab Fan Pla” della Muay Thai: manovre evasive che, una volta eseguite con il giusto tempismo, permettevano loro di colpire con grande potenza anche muovendosi all’indietro. La precisione delle loro azioni, sviluppate durante ore e ore di allenamento con i loro sparring partner, combinata con il superbo tempismo che possedevano, rendeva i colpi alla testa di questi combattenti paragonabili a colpi di martello o di mazza.
La seconda categoria comprende coloro che credono nell’antico detto: “uccidi il corpo e la testa morirà”. L’esempio classico nella boxe moderna è rappresentato dal leggendario combattente messicano Julio Cesar Chavez.
In epoche più remote, il campione dei pesi massimi Bob Fitzsimmons è diventato così famoso per i suoi montanti del corpo (che ha abilmente impiegato per sconfiggere il potente Corbett) che ora è ricordato come “l’inventore” del pugno al plesso solare (vedi articolo https://www.muaythai.it/military-boxing-from-tigers-step-to-killing-shift/).
Tutti gli avversari di Chavez possono attestare quanto possa essere doloroso cercare di affrontarlo testa a testa. In effetti nei suoi combattimenti il campione avanzava senza sosta sin dal primo round. Chiudendo abilmente la distanza metteva all’angolo gli avversari e iniziava un martellamento spietato che schiacciava la loro cassa toracica e li lasciava senza fiato. Questa procedura di solito apriva la strada a brutali colpi alla testa che di solito ponevano fine alla lotta bruscamente. Nel caso in cui un colpo al corpo raggiungeva uno dei tre punti vitali (fegato, plesso solare o cuore) il combattimento finiva in pochi minuti. Proprio su questo argomento il grande campione dei pesi massimi “Smoking” Joe Frazier (che ha sconfitto Ali in uno dei loro combattimenti leggendari) ha affermato che secondo la sua opinione di combattente veterano, ricevere un pugno alla mascella è molto meno doloroso e handicappante di essere colpito da pugni al fegato (provare per credere).
Nella Muay Thai i colpi al corpo che di solito portano alla fine di un combattimento sono le ginocchiate, utilizzate principalmente nelle fasi di clinch. Come già analizzato in altri articoli, il massimo rappresentante del potere distruttivo delle ginocchiate della Thai Boxing dell’era moderna è senza dubbio Diesel Noi (vedi articolo https://www.muaythai.it/diesel-noi-chor-thanasukarn-master-of-muay-kao/).
La straordinaria miscela tra la sua feroce presa al collo e il suo potente colpo di ginocchio (Chap Ko Ti Kao ) rendeva gli attacchi al corpo di Diesel Noi un metodo estremamente efficiente per logorare gli avversari e preparare un colpo finale alla testa. L’efficacia della tecnica di presa del collo e ginocchiata al plesso solare è stata studiata da un team del National Geographic Channel che, con l’aiuto dell’attrezzatura scientifica utilizzata per i crash test delle automobili, ha dimostrato che il Chap Ko Ti Kao della Muay Thai è l’attacco più devastante di tutti gli sport da combattimento.
Tuttavia, per riuscire ad utilizzare le tecniche letali di Chavez o Diesel Noi bisogna avere il coraggio e l’abilità di chiudere la distanza con l’avversario, spingendosi costantemente in avanti e tagliando il ring, costringendolo così ad affrontare il lavoro corpo a corpo. È chiaro che qualcuno che vuole mettere a segno in modo efficace colpi al corpo non deve avere paura di combattere testa a testa, soprattutto se vuole sopraffare l’avversario. Ma una volta che il combattente a corta distanza è riuscito ad avvicinarsi (anche usando tecniche di clinch, come si fa nella Muay Thai) e ha scaricato tutta la potenza dei suoi colpi, sarà molto difficile per gli avversari resistere.
Ovviamente, sarebbe l’ideale per ogni combattente essere abile nell’uso di entrambe le strategie cioè nei colpi alla testa e nei colpi al corpo. Tuttavia, nella realtà, è estremamente improbabile trovare combattenti così “completi” anche tra i professionisti.
Nella maggior parte dei casi, ogni buon allenatore sa che la cosa migliore da fare per mettere un combattente in condizione di vincere per KO è identificare i suoi punti di forza e lavorarci su con metodo. L’obiettivo finale è fornire al pugile una “arma segreta” che può usare in qualsiasi momento per mettere fuori combattimento gli avversari. L ‘”arma segreta” potrebbe essere un gancio alla mascella o un colpo di ginocchio del fegato, non importa; ciò che conta davvero è che questo colpo rappresenti una minaccia costante per l’avversario: un pericolo nascosto, sempre pronto a schiacciare le sue difese e metterlo fuori combattimento.
I sistemi di allenamento.
I sistemi di allenamento generale utilizzati sia dai “cacciatori di teste” che dai colpitori al corpo per sviluppare al meglio le loro tecniche sono i seguenti (vedi anche https://www.muaythai.it/muay-boran-imbas-training-system-pdf-book/):
• Lavoro al sacco
• Lavoro con i bersagli (Focus Gloves per la boxe e Muay Thai e Pao per la Muay Thai)
• Sparring (sparring di Pugilato e sparring in Clinch)
Inoltre, per uno sviluppo specifico della velocità e della precisione dei pugni alla testa sia nella Boxe che nella Muay Thai, si consiglia vivamente un allenamento intensivo con i guanti da passata (Focus Gloves). L’allenatore deve muoversi, presentando al pugile il bersaglio giusto al momento giusto. Precisione, velocità e tempismo verranno notevolmente sviluppati da questo tipo di lavoro ai colpitori. Queste sono le caratteristiche che un head puncher deve possedere per diventare un vero artista del Knock Out.
D’altro canto, per la preparazione di un colpitore al corpo, l’allenatore deve utilizzare cinture di cuoio spesse e protezioni per il corpo e consentire al pugile di chiudere la distanza e sferrare i suoi attacchi con potenza. Pugni, calci di tibia, colpi di ginocchio devono essere ripetuti più e più volte contro un pad-man adeguatamente equipaggiato con Pao e protezione per il corpo. I colpi al corpo della Muay Thai sono rispettati da tutti gli artisti marziali per la loro potenza ed letale efficacia. Un corretto allenamento all’impatto con un pad-man è il “segreto” di tale efficacia.