Ciononostante la pratica delle sequenze marziali che applicano in maniera precisa gli attacchi, le difese e gli spostamenti della Muay Boran, sta fortunatamente tornando in auge in Thailandia come nel resto del mondo e molti sono i praticanti che stanno tornando ad utilizzare le Forme tradizionali come strumento di allenamento e di studio. Velocità, fluidità, equilibrio, resistenza cardiovascolare, precisione tecnica, coordinazione, flessibilità e, non ultima, una perfetta memorizzazione della nomenclatura tradizionale di ogni tecnica (rendendo così ogni forma un promemoria ineguagliabile utile per sé e indispensabile per poter trasmettere correttamente agli altri le varie Mai Muay tradizionali secondo l’ordine corretto), questi sono solo alcuni degli attributi sviluppati con una corretta pratica di combattimento con l’ombra.
Inoltre l’esecuzione delle tecniche di Muay viene anche finalizzata allo sviluppo di un fisico e di una capacità di movimento armonici. Oggi come in tempi remoti per ogni thailandese l’efficacia nel combattimento deve andare di pari passo con la fluidità e l’armonia dei movimenti impiegati per offendere e difendersi in una sorta di mortale danza di combattimento o Ram Muay.
Per questo motivo la pratica a solo delle sequenze codificate che riproducono situazioni reali di lotta è ritenuto uno dei migliori sistemi di allenamento per migliorare l’efficacia e l’armonico sviluppo della coordinazione corpo/mente.
Le forme tradizionali del Muay vengono praticate in due modi distinti: le sequenze a coppie e quelle a solo.
La seconda modalità è paragonabile ai Kata di Karate (e di molte altre arti marziali che seguono un sistema analogo) e mira ad eseguire serie di movimenti di attacco e difesa contro un avversario immaginario, anche qui con un’alternanza di ritmo lento e rapido.
In questo caso il praticante deve sforzarsi di eseguire ogni azione con la massima fluidità concatenando i movimenti senza soluzione di continuità. Nella pratica costante a solo impara realmente a combinare in modo fluido gli spostamenti offensivi e difensivi ai colpi e alle parate o schivate, perfezionando la tecnica e migliorando contemporaneamente la velocità degli attacchi, l’equilibrio dinamico e la resistenza cardiovascolare. E’ inoltre provato come una profonda concentrazione nella pratica solitaria delle sequenza sia paragonabile ad una vera e propria forma di meditazione in movimento, elemento che contraddistingue l’esercizio marziale ad alto livello di tutte le discipline orientali di lotta; inoltre pronunciare il nome tradizionale di ogni tecnica nel momento in cui la si esegue agisce come un mantra che potenzia grandemente l’efficacia dell’esecuzione e rende realmente “magica” ogni azione di lotta.