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La scienza dimenticata del pugno verticale

Esponenti di antiche arti di combattimento come il Pankration e il Pugilatum, esperti di arti di combattimento medievali europee, artisti marziali cinesi (immagine 1) e guerrieri siamesi (immagine 2), tutti conoscevano l’efficacia del pugno diretto verticale per il combattimento reale. Anche i pugili a mani nude del 18 ° secolo e quelli con i guantoni del 19° secolo (immagini 3 e 4) e dei primi del 20° secolo (immagine 5) in Europa e in America, che hanno fatto una scienza del combattimento con i pugni, erano soliti scagliare pugni diretti nella posizione con il “pollice in su”.
Questo modo di dare pugni si contrappone alla posizione con il palmo ruotato verso il basso che è comune in molte arti marziali e nella moderna boxe.

1. China-1915

2. Phra-Palad-Thaen-1824

In Thailandia, secondo il maestro Chaisawat, la posizione standard della mano per colpire con i diretti è con il pollice in su (immagine 6). La motivazione originale era che un guerriero armato di spada (il Daab Thailandese in questo caso) poteva vedersi costretto scagliare pugni in una situazione di combattimento a distanza ravvicinata. È chiaro che per farlo doveva tenere la mano chiusa in posizione verticale perché ruotarla non era un’opzione mentre la spada era saldamente nella sua mano. Le tecniche a mani nude seguivano la biomeccanica dei combattimenti armati: quindi il pugno diretto alla testa di base veniva eseguito con un pugno verticale. Inoltre, lo stile del nord est della Thailandia, il Muay Korat, ha fatto di questo modo di portare i pugni diretti, un vero marchio di fabbrica di quel sistema, temuto dagli esponenti degli altri stili regionali.
La domanda è: perché questa specifica posizione della mano per i colpi diretti non è più praticata al giorno d’oggi, quando migliaia di esperti combattenti di tutto il mondo la hanno usata per secoli?
La risposta può essere trovata nelle parole del grande pugile Jack Dempsey, che ha studiato come usare i pugni nel combattimento reale come pochi dei suoi colleghi campioni hanno mai fatto.
Nel suo libro di testo sul Fist Fighting (cioè la dolce scienza dell’autodifesa e non lo sport del pugilato) del 1950 intitolato Championship Fighting: explosive punching and aggressive defence ha chiarito che un concetto fondamentale nel colpire è il principio delle linee di forza. Nei pugni diretti, la linea di forza (o power line) è una linea immaginaria che corre dal corpo attraverso la spalla e il gomito ed esce dalle 3 nocche inferiori del pugno verticale. Poiché questa posizione è anatomicamente forte e sicura per l’attaccante, è il modo più puro e più potente di tirare un pugno diretto. Secondo Dempsey, i fondamentali delle vere tecniche di pugno non vengono insegnate ai principianti e il concetto estremamente importante della linea di forza è stato dimenticato.

3.-Donald-Walker-1840

4-Mike-Donovan-1893

Proviamo ad analizzare ulteriormente questo concetto.
Nei colpi a pugni nudi è preferibile colpire con una superficie più grande e più piatta per distribuire la forza dell’impatto su un’area del pugno più ampia. Ciò significa che è corretto colpire con le tre nocche del mignolo, dell’anulare e del medio. La nocca dell’anulare è il mirino che useremo per puntare l’obiettivo a cui miriamo. La nostra anatomia determina l’efficienza del pugno nella posizione “ pollice in su”: infatti, se si tiene il braccio disteso con il pugno in posizione verticale, si noterà che una linea retta corre dalla spalla alle tre nocche inferiori. Lo stesso non è vero con le prime due nocche. Pertanto, poiché colpendo con la parte inferiore del pugno si ottiene una linea retta dalla mano al gomito e quindi alla spalla, il pugno verticale è anatomicamente più resistente del colpo col palmo ruotato verso il basso. Questo modo di colpire basato sulla corretta biomeccanica offre la linea più solida per assorbire l’energia cinetica del colpo. Quando eserciti la tua energia su un oggetto (il tuo bersaglio) otterrai la stessa quantità di energia di ritorno. Questa è la terza legge della fisica di Newton: per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria. Pertanto, più duramente colpisci, più energia di ritorno devi essere pronto a sopportare. Nei pugni verticali, l’intero braccio e non solo una parte di esso assorbe l’energia del colpo che viene rispedita verso mano che impatta.

5.-Sam-Austin-1913

Il modo più semplice di “provarlo” (come sostiene Dempsey) consiste nell’estendere rigidamente il braccio verso una parete premendo il pugno tenuto in posizione verticale all’altezza del mento. Appoggia il peso del corpo e lascia che il braccio sostenga tutto la tua massa. Noterai che le 3 nocche più basse forniscono un supporto solido naturale al tuo peso. Sentirai una forte linea di energia che corre dal tuo corpo a spalla, gomito, polso e le 3 nocche inferiori. Così facendo sentirai la vera linea di forza dei pugni diretti verticali. Questo è il famoso ” impatto su tre nocche” che Jack Dempsey considerava la migliore applicazione di una linea di forza pura.
Un pugno diretto verticale ha molte possibili applicazioni, per quanto riguarda la distanza dall’avversario. Le applicazioni più ovvie sono a lungo raggio ma anche a distanza ravvicinata può essere un’arma impressionante.

6.-Chaisawat-Tienviboon-2000

Applicazioni a lungo raggio.
La maggior parte delle volte, un pugno verticale deve essere usato per attaccare l’avversario da lontano, durante il cosiddetto out-fighting (o combattimento alla distanza). Un passo avanti esplosivo e un diretto verticale tempestivo sono tutto ciò di cui hai bisogno per mettere fuori combattimento il tuo avversario. Questo è ciò che Jack Dempsey chiamava colpo di pugno esplosivo: fai un passo avanti come se stessi cadendo e lancia un pugno lungo la linea di forza, ricordando di utilizzare la nocca dell’anulare come mirino. Nel Muay Lert Rit il tipo di energia espresso dalla potente combinazione di uno scatto in avanti e contemporaneo lancio di un colpo è chiamato “la freccia avvelenata” (immagine 7). In effetti il pugno scagliato con questa potenza esplosiva è paragonabile ad una freccia scagliata da un grande arco che, se colpisce bersagli sensibili causa danni irreparabili. In effetti, se raggiungi con precisione il mento, la mascella, l’orbita oculare o il naso dell’avversario, è probabile che l’avversario andrà al tappeto e ci resterà.

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Dalla lunga distanza, puoi anche applicare il passo e pugno verticale contro i calci (come nella tecnica del Combat Muay Boran chiamata “il corvo becca l’uovo”). Quando l’avversario inizia a ruotare i fianchi per lanciare la gamba circolarmente, non perdere tempo e fai un rapido passo in avanti esplodendo con un potente pugno verticale diretto, pensando di sfondare il bersaglio (il volto, la gola o il lato della sua testa). Un rapido knockout è spesso il risultato drammatico di questa azione (immagine 8).

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Applicazioni a corto raggio.
In alcuni casi sei costretto a dare un pugno da una breve distanza dal bersaglio. Questo è il caso delle situazioni in cui non vuoi lottare con l’avversario e preferisci invece intrappolare e colpire. Anche a distanza ravvicinata, un pugno diretto verticale può essere la scelta migliore per spedire rapidamente il tuo avversario al tappeto. In effetti, il pugno verticale consente anche di sviluppare una grande potenza a breve distanza dal bersaglio. Ciò è dovuto principalmente alla posizione anatomicamente corretta della spalla. In effetti, quando il braccio è esteso davanti a te e il pugno è nella posizione pollice in su, la spalla è naturalmente connessa al corpo ed è bloccata in una posizione che collega fortemente la massa corporea con il braccio. Questa è una garanzia di ottimale trasferimento di energia e di grande sicurezza per l’attaccante nel momento dell’impatto.

Per maggiori informazioni sul tema del pugno verticale: guida ufficiale all’IMBA Lert Rit