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Il gomito: l’arma da taglio della Muay Thai (parte 1)

Il colpo di gomito è forse l’arma più temuta da tutti i professionisti delle Arti marziali e degli sport da combattimento. Da molti è ritenuta una tecnica troppo pericolosa per essere utilizzata sul ring durante gli incontri sportivi e che dovrebbe essere studiata solo al fine di un utilizzo in situazioni di autodifesa. In realtà proprio i colpi di gomito sono per la Muay Thai un vero “marchio di fabbrica”; infatti da sempre i thai boxers imparano ad utilizzare effettivamente le gomitate in combattimento e, grazie alla pratica continua, imparano a difendersi con efficacia da tali attacchi, indubbiamente feroci. Il gomito, infatti, se usato correttamente è una sorta di rasoio, grazie alla “punta acuminata” formata dall’avambraccio piegato fermamente sul braccio. Tale rasoio è particolarmente adatto ad effettuare attacchi che procurano con discreta facilità tagli profondi sulla pelle del cranio o del volto di chi viene colpito; ma, anche se questo effetto è per molti il più impressionante, in realtà i gomiti di un esperto di Muay Thai sono atti ad eseguire molte altre azioni, sia in fase di attacco che in difesa. I colpi di gomito, infatti, vengono allenati per tagliare, come detto, per perforare le zone ossee più sensibili (come la fontanella, le tempie o lo sterno), per rompere (attaccando le ossa del volto, le articolazioni o le costole), per danneggiare i muscoli (del petto, delle braccia o delle gambe) e addirittura per attaccare gli organi interni (cuore, fegato e reni per fare tre esempi classici).

Anche in fase difensiva i gomiti, in abbinamento con gli avambracci, sono in grado di creare intorno all’esperto di Muay un vero scudo protettivo, eccezionalmente resistente e difficile da superare: con un addestramento specifico nelle forme Mai Muay tradizionali, il praticante impara a far fronte a tutti i tipi di attacchi portati con i pugni, con le ginocchia, con le gambe e a molti tipi di presa al collo, agli arti ed al tronco. Per uno studio approfondito è importante imparare a classificare le gomitate in base alla traiettoria seguita dal colpo, all’uso che ne viene fatto e alla distanza tra chi colpisce ed il bersaglio. Tradizionalmente negli stili ortodossi della Muay tradizionale le tecniche di gomitata venivano suddivise secondo le 5 categorie seguenti (nota: molte delle tecniche appartenenti alle 5 tipologie possono anche essere eseguite nella forma saltata). Ogni categoria indica il movimento energetico che genera la potenza del colpo di gomito, che sia una secca rotazione delle spalle o una flessione verso il basso del tronco e delle gambe. Questo sistema di classificazione apparentemente grossolano è molto antico e certamente precedente alle suddivisioni più dettagliate che possono essere fatte risalire ai tempi moderni. La apparente semplicità di questo metodo in realtà nascondeva il vero segreto di una corretta ed efficace esecuzione e cioè la conoscenza dei principi di fisiologia che permettono di comprendere fino in fondo la dinamica intrinseca di ogni colpo. Come conseguenza il praticante, quasi senza rendersene conto, veniva guidato direttamente al cuore di ogni tecnica, senza essere distratto da “abbellimenti coreografici” artificiosi che rischiavano allora come oggi di far allontanare dall’unico obiettivo dell’addestramento tecnico: la pura, devastante efficacia.

• Categoria 1 – Sok Wiang Lai: Sok, ศอก (gomito) Wiang, เหวี่ยง (strisciare; slanciare) Lai, ไหล่ (spalla).
In questa categoria di colpi di gomito, l’efficacia delle tecniche viene ottenuta grazie ad un rapido ed esplosivo slancio delle spalle intorno all’asse corporeo. L’energia viene canalizzata nella spalla e da lì trasmessa rapidamente al braccio, per eseguire il taglio utilizzando la punta del gomito. L’effetto di questo tipo di tecnica, quando correttamente eseguita, è l’apertura di profonde lacerazioni sul viso dell’avversario. La tecnica tipica di questa categoria è il Sok Dtad o taglio orizzontale.

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• Categoria 2 – Sok Krataek: Sok, ศอก (gomito) Krataek, กระแทก (sbattere, urtare).
Nella esecuzione di questi colpi si tende, invece, a penetrare il bersaglio con il movimento dell’intero corpo. Il braccio viene posizionato a formare una precisa tipologia di angoli con l’avambraccio e, immediatamente dopo, tutta la massa corporea viene proiettata violentemente verso il bersaglio. L’esempio più calzante per rappresentare le gomitate appartenenti a questa categoria è quello del cavaliere medievale che posiziona la propria lancia in direzione dell’avversario e poi lancia tutto il suo peso e quello del suo destriero contro il nemico. La tipica tecnica di questo gruppo è il Sok Pung o gomito penetrante.

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• Categoria 3 – Sok Dti Lom: Sok, ศอก (gomito) Dti, ตี (colpire) Lom, ล้ม (cadere).
In questo gruppo si è soliti catalogare le tecniche utili a colpire dall’alto verso il basso. In molte situazioni la maniera più efficiente per attaccare l’avversario con i gomiti consiste nell’abbattere la nostra arma dall’alto in basso, utilizzando per aumentare la potenza del colpo un’improvvisa flessione delle ginocchia. In alcuni casi può essere necessario sfruttare una parte del corpo dell’avversario come sostegno per effettuare un saltello, guadagnando in altezza ed effettuando un colpo ancora più dirompente. L’esempio di scuola più utilizzato per descrivere le gomitate di questa categoria è il Sok Sahb o gomito che schiaccia.

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• Categoria 4 – Sok Soei Kheun: Sok, ศอก (gomito) Soei, เสย (lanciare in alto) Kheun, ขึ้น (dal basso verso l’alto).
Quando la distanza è particolarmente ridotta e l’avversario è pronto ad afferrarci, i combattenti più esperti tendono a tenere la guardia alta, flettono leggermente le ginocchia e a colpiscono con il gomito verso l’alto con una stretta e veloce rasoiata. I colpi di questo tipo appartengono alla categoria qui in analisi. Essendo molto difficile sviluppare potenza con questi movimenti montanti, è fondamentale imparare ad utilizzare l’intero corpo nell’esecuzione della gomitata, partendo dal movimento delle gambe, passando alla spinta delle anche e alla rapida contrazione dei muscoli della schiena, arrivando all’intervento della muscolatura della spalla solo come ultimo anello della catena cinetica del colpo. Il tipico esempio del genere è il Sok Ngad o taglio verticale.

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• Categoria 5 – Sok Glab Lang: Sok, ศอก (gomito) Glab, กลับ (invertire, cambiare direzione), Lang, หลัง (all’indietro, alle spalle). L’ultima categoria di gomitate è studiata per permettere all’esecutore di colpire un avversario che ci attacca alle spalle o per sferrare un colpo in avanti sfruttando una rotazione di 180° del corpo. In entrambi i casi la veloce rotazione delle anche e l’intervento della potente muscolatura della schiena rendono i colpi di questa categoria tra le armi più devastanti dell’arsenale del combattente di Muay Thai. Le traiettorie e gli angoli di esecuzione di questo tipo di gomitate possono variare a seconda della posizione dell’esecutore rispetto all’avversario, al bersaglio prescelto, alla distanza tra i due combattenti ed alle azioni che precedono il colpo stesso. L’esempio più noto di tali gomitate è proprio il Sok Glab Lang o gomitata all’indietro.

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Per allenare correttamente i colpi di gomito, il primo passo consiste nell’eseguire nel corso di ogni sessione di addestramento tali tecniche durante il Dtoi Lom o pugilato con l’ombra, il momento ideale per perfezionare l’esecuzione dei singoli colpi in movimento. Il secondo step è l’allenamento con il maestro, il quale indossando i colpitori (Pao Jiao Koo e Pao San Koo) avvierà l’allievo all’esecuzione degli attacchi su un bersaglio mobile. Attacchi, difese e contrattacchi si devono fondere in maniera armonica e senza soluzione di continuità; per questo l’allenatore dovrà favorire lo sviluppo nel praticante della giusta scelta di tempo, unitamente al senso della distanza per riuscire a “chiudere” l’avversario, afferrandolo e colpendolo nel modo più efficiente. Il complemento indispensabile a questa fase della preparazione è la pratica dei colpi al sacco pesante, necessaria per condizionare ulteriormente la parte già di per sé resistente e per aumentare la potenza dei colpi soprattutto alla distanza molto corta. Da notare che tradizionalmente il condizionamento dei gomiti veniva effettuato colpendo ripetutamente una noce di cocco, fino ad arrivare a spaccarla con la punta del gomito a mo’ di punteruolo. Infine, l’applicazione controllata delle gomitate dovrà essere fatta sempre con estrema cautela nelle sessioni di lotta corpo a corpo e, per le tecniche più pericolose, allenandosi nelle forme a solo (Ram Yuth): in quest’ultima tipologia di allenamento, è possibile affinare molte delle azioni raramente eseguite in combattimento e le loro particolari difese, aumentando velocemente il bagaglio tecnico di ogni praticante dell’Arte Siamese che voglia realmente completarsi sotto il profilo del combattimento marziale.