Quando gli elefanti si scontrano
La descrizione della potenza rilassata degli elefanti appare in molti racconti della tradizione siamese come un simbolo di forza funzionale. In Thailandia, gli elefanti sono stati impiegati per molti decenni sia per scopi civili che militari. Un tipico esempio di quest’ultima categoria sono i famosi elefanti da guerra (yuttha hatthi, ยุทธหัตถี). In effetti, in passato gli elefanti di guerra erano addestrati e guidati da umani per scopi militari. Unità militari speciali impiegavano truppe montate su elefanti. Le antiche epopee indiane Ramayana e Mahabharata, descrivono elaboratamente la guerra con impiego di elefanti. Dal XV° secolo in poi, anche la Thailandia adottò l’uso di elefanti da guerra. In molte battaglie del periodo era pratica comune per i leader combattere gli uni contro gli altri mentre montavano elefanti da guerra. Il 25 gennaio 1592 (nell’era di Ayutthaya), durante l’ultima battaglia nel corso della quinta invasione birmana del Siam, dalla posizione di combattimento sul suo elefante da guerra, il re Naresuan riconobbe il principe ereditario birmano Mingyi Swa (che stava anche egli montando un elefante da guerra) e lo uccise con un micidiale colpo di lancia Ngaaw.
I vecchi maestri di Muay hanno analizzato attentamente il modo in cui gli elefanti usano le loro armi naturali per attaccare e distruggere: la loro proboscide può essere un’arma formidabile quando viene usata per schiacciare, afferrare o rompere. Allo stesso modo, le zanne possono essere usate per perforare, abbattere o lacerare: una spinta in avanti può trasformare le zanne in lance giganti in grado di penetrare qualsiasi barriera. Quando l’elefante incorna verso l’alto, può tagliare ogni tipo di materiale con la punta delle sue zanne. Colpendo dall’alto in basso con le zanne un elefante può martellare e distruggere con grande facilità. Tutte queste azioni hanno ispirato i maestri siamesi: infatti nel corso dei secoli essi hanno sviluppato diverse strategie e tecniche di combattimento che ricordano un elefante da guerra che sta combattendo su un campo di battaglia.
Una delle scene più spettacolari a cui probabilmente i soldati siamesi assistevano durante le battaglie sul campo era lo scontro di due elefanti che caricavano. Quando due elefanti da guerra si attaccano, incrociano le loro zanne (Chang Prasan Nga) in una violenta collisione frontale. Allo stesso modo, quando un combattente della Muay Thai viene attaccato, può difendersi e contrattaccare o, usando la strategia di un elefante da guerra che carica, può attaccare l’attaccante, bloccandolo sul posto. Un noto stile regionale chiamato Muay Korat ha incluso questa strategia di combattimento tra i cinque atti principali (Mae Mai) che i suoi praticanti dovevano padroneggiare sin da quando iniziavano ad allenarsi in quello stile. Ad esempio, contro una larga sventola (chiamato Wiang Kwai o swing del bufalo in quello stile), il combattente Korat è addestrato a fare un passo avanti e occupare la linea centrale dell’avversario. Un simultaneo blocco e pugno verticale viene applicato senza fermarsi. Il pugno è tenuto in posizione verticale poiché questa è il canone tecnico di questo stile. Il bersaglio ideale del colpo d’incontro è la gola dell’aggressore: il danno inflitto da un tale contrattacco è potenzialmente molto grave (immagine 1).
Il contrattacco è considerato il picco dell’arte del Muay: quando un combattente è molto abile nel contrare gli attacchi degli avversari, si dice che abbia raggiunto l’apice della sua arte marziale. Tra i molti modi per applicare l’arte del contrattacco, attaccare l’attacco (chiamato anche colpire d’incontro) è al primo posto per efficacia in combattimento. In effetti, quando un combattente di rimessa è in grado di colpire “nel” colpo dell’avversario, il contrattacco risultante sarà più potente di qualsiasi attacco diretto che possa mai scagliare. A volte il contro colpo viene eseguito insieme a un blocco o una deflezione: in questo caso entrambe le azioni devono essere eseguite all’unisono, al fine di essere più efficaci.
Le armi del corpo del Nak Muay che imitano le zanne dell’elefante sono tradizionalmente i gomiti (sok) e i pugni chiusi (mahd). Nelle applicazioni della strategia Chang Prasan Nga la punta dei gomiti viene utilizzata per perforare, tagliare verso alto e martellare verso il basso.
1. Perforare. Quando l’avversario carica e cerca di colpire con un gancio o una sventola alla testa, non arretrare. Al contrario, usa la forza delle gambe per balzare in avanti e spingere la punta dei gomiti verso il suo sterno, la sua gola o il suo viso. Il primo risultato sarà che chiuderai rapidamente la distanza, impedendo al pugno dell’avversario di raggiungere il suo obiettivo. In secondo luogo, il tuo passo in avanti caricherà il tuo attacco di gomito di grande energia cinetica. Questa energia verrà sommata alla forza dello slancio dell’avversario, causando un impatto molto duro. La durezza della tua arma naturale e la ridotta superficie di impatto (le punte dei gomiti) renderanno il tuo colpo d’arresto un contrattacco estremamente efficace. (video 1)
2. Tagliare verso l’alto. A volte il tuo avversario si farà avanti con le braccia tese nel tentativo di afferrarti al collo o alla gola. Anche se questo non è consigliabile, tuttavia accade spesso nel calore di una lotta senza esclusione di colpi. Quando hai a che fare con un simile attacco, non arretrare. Usa la strategia dell’elefante che carica e balza in avanti con entrambi i gomiti sollevati davanti al viso. Prosegui immediatamente con un doppio montante di gomito che scivolerà tra le braccia dell’avversario. Dirigi le punte dei gomiti verso il mento dell’avversario con un energico taglio verso l’alto. Uno dei tuoi gomiti colpirà probabilmente la punta del mento dell’avversario con potenza esplosiva. La presa al collo non verrà completata e l’avversario potrebbe essere messo fuori combattimento in modo drammatico (immagine 2).
3. Martellare. I gomiti di un Nak Muay possono anche agire come le zanne dell’elefante quando vengono pesantemente schiacciate dall’alto su un oggetto. In questo caso l’attacco di doppia gomitata può essere eseguito come un attacco diretto, il più delle volte combinato con un salto, oppure può essere applicato dopo una tecnica difensiva. Ad esempio, quando viene attaccato con un calcio frontale a spinta, il praticante di Muay Boran può deviare il calcio in arrivo con una deflezione bassa per sbilanciare l’avversario e preparare il contrattacco. Dopo la deviazione bassa, il Nak Muay salta e attacca con la punta dei suoi gomiti i lati del collo dell’avversario. In alternativa, l’obiettivo del doppio colpo di gomito potrebbe essere la sommità della testa, un punto di attacco potenzialmente letale. (video 2)