La Muay Thai, è l’Arte Marziale siamese delle nove armi naturali o Nawarthawut: mani, gomiti, gambe, ginocchia e testa sono allenate e preparate per essere utilizzate come mezzi di offesa al pari di asce, pugnali, lance e mazze. Le stesse parti del corpo sono inoltre impiegate abilmente come scudi protettivi per neutralizzare le offensive degli avversari in maniera efficace e spesso definitiva al pari di un vero attacco.
A. Nella tradizione siamese, come avviene per molte arti di combattimento orientali, il primo elemento che viene studiato al fine di sviluppare azioni offensive è la mano: la base degli attacchi di questo genere è rappresentato dal pugno chiuso (il pugno in lingua thai è detto Mahd mentre l’attacco sferrato con il pugno Chok); esso si impiega per colpire secondo numerose traiettorie con la parte frontale dello stesso, con il dorso, con la parte inferiore dal lato del mignolo e con la parte interna del pugno. Per formare correttamente il pugno evitando di subire lesioni nell’esecuzione dei colpi (supponendo ovviamente di non indossare alcun guanto protettivo), è necessario adottare alcuni accorgimenti: le dita devono essere strette fortemente nel momento cruciale dell’impatto con il bersaglio ed il polso deve essere mantenuto rigido, allineando il dorso del pugno con l’avambraccio, evitando accuratamente di piegarlo, pena una grave lesione e la fine del combattimento.
Le traiettorie dei colpi di pugno possono essere varie ma normalmente gli attacchi vengono suddivisi tra colpi diretti (Mahd Trong) e circolari; questi ultimi possono essere eseguiti dal basso (Mahd Suhy), paralleli al terreno (Mahd Wiang), dall’alto (Mahd Kohk), in rotazione (Mahd Glab). Tutti i pugni possono anche essere eseguiti secondo la modalità saltata (Gradot Chok).
Distingueremo perciò le tecniche seguenti:
Mahd Trong
a. nella versione a pugno verticale tipico del Khorat,
b. a pugno orizzontale in uso nel Chaiya,
c. avvitato per lacerare la pelle del volto,
d. dal basso in alto
e. dall’alto verso il basso, al corpo
Mahd Suhyè un montante corto o lungo, al volto o al corpo, singolo o doppio, tipico del Lopburi.
Mahd Wiang San or Mahd Kwang è un gancio corto eseguito con le nocche, a mano orizzontale o avvitato, oppure portato colpendo con l’interno del pugno come nella tecnica del Wanorn, la mitica scimmia guerriera.
Mahd Wiang Jiao or Mahd Wiang Kwai in Muay Korat (gancio largo, eseguito col dorso del pugno, con le nocche, con il taglio interno dell’avambraccio),
Mahd Wiang Glab or Mahd Glab Lang (pugno ruotato, diretto o girato, portato con le nocche, il taglio esterno della mano, l’avambraccio).
Mahd Kohk (gancio dall’alto in basso, corto o lungo, che colpisce con le nocche o con l’interno del pugno),
Gradot Chok (qualsiasi pugno portato saltando).
B. Thao in lingua thailandese vuol dire piedi; in realtà in senso lato le armi naturali cui si fa riferimento con questo termine sono le gambe. Queste sono naturalmente molto più poderose delle braccia e nella tradizione thailandese l’utilizzo delle gambe come strumenti di offesa e difesa è da sempre molto comune.
In generale nella Muay Thai si distinguono due zone come punti di impatto per gli attacchi di gamba, i piedi e le tibie. I primi vengono utilizzati soprattutto nei calci a traiettoria diretta (definiti Tiip) impattando con le dita, l’avampiede, la pianta, il tallone; in realtà anche in alcuni particolari calci circolari vengono utilizzate eccezionalmente come superficie d’impatto parti del piede come il dorso ed il collo del piede (oltre al tallone, al taglio esterno ed alla pianta).
L’altra zona primaria di impatto per i calci, la tibia, viene invece impiegata nella maggior parte dei calci a traiettoria circolare (i famosi Tae, tipici della tradizione siamese che si pensa siano stati ispirati dai movimenti potenti ma rilassati della proboscide degli elefanti) e per effettuare azioni difensive. La tibia è una delle parti ossee più resistenti a condizione di essere adeguatamente preparata, in caso contrario la sua sensibilità si potrebbe rivelare controproducente per lo stesso esecutore dell’azione di attacco. Per quanto riguarda le traiettorie di questi colpi, nell’esecuzione dei calci diretti la posizione dell’anca fa distinguere tre tipi di attacco, frontale, laterale, all’indietro. I tre tipi di calcio possono essere eseguiti anche in salto. Nella Muay Thai queste traiettorie si definiscono nel modo seguente:
Tiip Trong (frontale diretto),
Tiip Khang (laterale diretto),
Tiip Glab Lang (diretto all’indietro),
Gradot Tiip (diretto saltato).
I calci circolari invece sono catalogati in base all’angolo formato dalla gamba con il terreno: avremo così calci verticali, diagonali, orizzontali, a parabola. Inoltre la modalità esecuzione degli stessi colpi può anche essere in rotazione o in salto. In lingua thai:
Tae Trong (circolare verticale),
Tae Chieng (circolare diagonale),
Tae Dtad (circolare orizzontale),
Tae Dtawad (dall’alto in basso),
Tae Glab Lang (circolare all’indietro),
Gradot Tae (circolare saltato).
C. Le ginocchia (Kao) sono senza alcun dubbio le armi naturali il cui utilizzo è stato più approfondito nei secoli dai Kru thailandesi; in nessuna arte marziale i colpi portati con le ginocchia sono stati più sviluppati di quanto è stato fatto nella Muay Thai. Per quanto riguarda la posizione più idonea della gamba per sferrare le ginocchiate (in thailandese: Ti Kao), possiamo dire che in genere questa deve essere stretta sulla coscia per permettere alla parte frontale più dura di spingersi verso l’esterno, creando una superficie compatta in grado di provocare danni notevoli contro qualsiasi parte del corpo dell’avversario. Oltre alla parte frontale del ginocchio, anche la parte interna dello stesso viene utilizzata nell’esecuzione di alcuni tipi di colpi circolari. Le traiettorie principali (anche se non le uniche) di impiego delle ginocchiate sono quella verticale verso l’alto, diretta in avanti, circolare orizzontale, a spinta, circolare a “porta che sbatte”, diretta in basso, in salto. Se abbinati all’impiego di particolari prese di lotta, questi colpi possono raggiungere agevolmente tutte le parti sensibili del corpo, dalle gambe alla testa.
Kao Trong (diretta),
Kao Chieng (diagonale),
Kao Dtad (circolare orizzontale)
Kao Laa, a spinta utilizzando ginocchio e tibia). Questo movimento può essere anche considerato come tecnica di calcio circolare corto, nel qual caso viene anche detto Tae Kren Kaeng Kren Kao,
Kao Dti or Kao Kown (circolare stretta o larga)
Kao Noi or Kao Kratai (alle gambe- interno o esterno coscia- o all’inguine)
Kao Loy (in salto)
D. Il gomito (Sok come parte anatomica) è considerato una parte del corpo tra le più dure naturalmente e, se appropriatamente posizionato ed utilizzato con perizia, si può rivelare l’asso nella manica per qualsiasi thai boxer esperto.
Le traiettorie dei colpi di gomito sono molte e variate, potendo l’articolazione della spalla muoversi a 360° con una certa facilità; secondo le tradizioni siamesi possiamo distinguere fino a 9 traiettorie di base per le gomitate, a loro volta suddivise su 3 o 5 livelli di altezza, il tutto eseguito sul lato destro e sinistro. Si possono scagliare gomitate dall’alto, dal basso, in diagonale, orizzontalmente, in rotazione, in salto; questi tremendi fendenti possono raggiungere praticamente ogni parte del corpo avversario secondo una grande varietà di angoli, danneggiando ogni bersaglio in modo serio.
E’ importante anche considerare che, oltre agli ovvi movimenti delle spalle, anche quelli del tronco e delle gambe contribuiscono in maniera effettiva ad un’esecuzione efficace dei colpi di gomito. Le traiettorie più utilizzate sono le seguenti, secondo la dizione thai:
Sok Dti (diagonale discendente)
Sok Dtad (orizzontale),
Sok Gnad (verticale ascendente),
Sok Pung (a spinta) ,
Sok Gratung (all’indietro diagonale ascendente),
Sok Glab (girato),
Sok Glab Lang (girato in rotazione),
Sok Sahb (verticale discendente),
Sok Koo (gomitata doppia)
Sok Chieng (diagonale ascendente)
Gradot Sok (ogni gomitata saltata)
E. La nona arma è la testa (Hua o Sisa), spesso intesa come mente lucida che agisce come un centro di comando per coordinare nel migliore dei modi le otto armi di base a disposizione del Nak Muay o thai boxer. In realtà anche la parte anatomica (il cranio) riveste una notevole importanza nell’arsenale della Muay Thai, soprattutto nelle dure fasi di combattimento corpo a corpo, ritenute a ragione tra le più impegnative in cui ci si può venire a trovare. Le parti frontale e posteriore della testa vengono utilizzate con perizia spesso in abbinamento a prese come per le ginocchiate, per impattare violentemente contro il volto o il tronco dell’avversario, rivelandosi spesso tecniche decisive al pari delle altre otto armi fondamentali della Muay Thai.
L’ordine secondo cui abbiamo presentato le varie armi naturali non è casuale: tradizionalmente si distingue infatti il cosiddetto “ciclo delle armi” in cui ogni elemento (Mahd, Thao, Kao, Sok) è atto a sopraffare il seguente ma è altresì prono ad essere sconfitto da chi lo precede. In altre parole per avere la meglio su un esperto nell’uso dei calci è necessario utilizzare al meglio i colpi di pugno, togliendo la distanza al “kicker” incalzandolo con serie di pugilato. Allo stesso modo però un esperto in tecniche pugilistiche dovrà temere massimamente il cosiddetto “guastatore”, colui il quale si è specializzato nell’uso dei gomiti e nel trapping (intrappolamento delle braccia). E così di seguito per il grappler che ama usare la lotta e le ginocchiate.