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Risolvere gli enigmi della Muay Boran

Molte volte i miei studenti mi chiedono perché devono imparare tanti nomi in una lingua lontana e complessa come il Thailandese. Effettivamente per chi comincia ad apprendere la Muay Boran una delle caratteristiche di quest’Arte che apparentemente rappresenta un ostacolo da superare è proprio la barriera linguistica. Ma non si potrebbe evitare di utilizzare i nomi tradizionali così complicati e spesso incomprensibili per definire le tecniche di combattimento? In realtà no. Il motivo di questa procedura è che in tutti gli stili di Muay Thai Boran i nomi tradizionali giocano un ruolo fondamentale per una profonda comprensione del significato interiore di ogni tecnica marziale di quello stile. In effetti, è molto interessante osservare come l’analisi accurata di un antico stile di combattimento come la Muay Thai Boran, oltre a fornire strumenti tecnici estremamente utili, possa offrire uno scorcio dei costumi tradizionali del popolo Thailandese, creatore di questa originale Arte Marziale. Lo studio serio di queste tradizioni culturali rappresenta l’ultima frontiera nell’apprendimento delle antiche arti marziali che apparentemente non hanno più segreti per gli studenti moderni, nell’era di Internet. Se vuoi davvero capire lo stile di combattimento Siamese, devi provare a pensare come un Thai; apprendere le vere tradizioni Thailandesi è il modo migliore per comprendere la mentalità di quel popolo e di conseguenza risolvere gli enigmi del Muay.
Le antiche tecniche di Muay Thai Boran si basano principalmente su 3 fonti, per quanto riguarda la loro nomenclatura. Queste fonti sono le seguenti.
1. I miti del Ramakien. Il Ramakien è la versione thailandese dell’originale poema epico indiano Ramayana scritto più di 2000 anni fa dal poeta e studioso Valmiki. Il poema narra la storia del divino principe Rama (Phra Ram nella versione Thai) che lotta per liberare sua moglie Sida, rapita dal malvagio demone Ravana (Totsakan in Thai). Nella sua lotta contro il demone gigante, Phra Ram è aiutato da Hanuman, la scimmia bianca, figlio del dio dei venti Phra Pai, che diventa il generale dell’esercito di scimmie e che alla fine lo aiuta nella sua vittoriosa guerra contro il malvagio Totsakan. La lotta del bene contro il male è il tema universale di questa opera d’arte. La versione thailandese del poema indiano è stata commissionata e supervisionata dal primo re dell’attuale Dinastia Chakri, Phra Phuttayotfa, noto come Rama I. Questa versione, era il doppio del Ramayana originale e a un esame attento offre uno scorcio su molti aspetti della cultura thailandese. Storia, arte, religione, vita sociale, lingua e persino un’analisi dettagliata della fauna selvatica del Paese sono ammirevolmente presentate a tutti i lettori attenti di questo antico testo. La popolarità del Ramakien tra i Thai è ancora oggi indiscussa: questo lavoro artistico è unicamente thailandese e rappresenta la vera epica nazionale del Regno di Thailandia.
2. Le azioni quotidiane degli antichi abitanti del Siam e di varie popolazioni con le quali il popolo thailandese entrò in contatto diretto (come i Mon o i Tai Yuan)
3. Le azioni degli animali che vivono in quel Paese come Chang l’elefante, Jarake il coccodrillo, Ling la scimmia, Kwang il cervo. Inoltre, molti nomi sono stati ispirati da creature mitiche (Erawan, Hanuman, i Naka, o gli Hongsa) le cui imprese si possono trovare nei poemi classici e nelle leggende indù e buddhiste.
Come se non bastasse però, ad un’analisi più approfondita dell’Arte Marziale Siamese, comparando i diversi stili regionali nati in varie epoche in zone particolari della Thailandia, emergono discrepanze tra la denominazione e l’applicazione di molte tecniche o Mai Muay. Per meglio chiarire: a uno stesso nome tradizionale possono corrispondere diverse azioni di combattimento che, ad una prima analisi non hanno alcun elemento in comune. In alcuni casi con lo stesso nome vengono definite manovre difensive, prese di lotta e proiezioni, tecniche di rottura articolare o strangolamenti. Ce ne è abbastanza per confondere i più appassionati studiosi.

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E’ questo il caso di una celebre Mai Muay Boran che prende il nome di Khun Yak Jab Ling. Nella applicazione standard, questa tecnica rappresenta un compendio di varie strategie difensive: il difensore blocca, devia, evita una serie di colpi di pugno, calcio, gomito e ginocchio, rimanendo sempre in modalità difensiva (immagini 1 e 2). Al contrario, nello stile regionale del centro della Thailandia, l’antico Muay Lopburi allo stesso nome corrisponde una violenta proiezione eseguita afferrando il collo dell’attaccante e strattonandolo all’indietro (immagine 3).

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Se però l’esecutore del Khun Yak Jab Ling fosse un praticante dello stile del Sud della Thailandia il Muay Chaiya, questi applicherebbe la tecnica effettuando un micidiale strangolamento frontale, la cosiddetta ghigliottina (immagine 4).

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Ma allora, come si può risolvere l’enigma di queste differenze?
Il primo passo consiste nel decodificare il nome originale della tecnica: Khun (il lord) Yak (dei demoni) Jab o Chap (afferra) Ling (la scimmia). La situazione descritta è un chiaro riferimento alle già citate vicende del Ramakien. Il Signore dei Demoni probabilmente è Totsakan mentre la scimmia è uno degli appartenenti all’esercito guidato dal mitico Hanuman. I due avversari combattono ovviamente in modo diverso: la scimmia, più piccola e agile, sfrutta la sua velocità per non farsi afferrare (o colpire). Il demone gigante, forte ma più lento, insegue la scimmia cercando di afferrarla per poter far valere la sua forza superiore. A questo punto, per completare la ricostruzione ci si deve immedesimare a turno nella scimmia o nel demone. Nel primo caso (come mostrato nella versione standard del Khun Yak Jub Ling) è la nostra abilità difensiva che ci può far prevalere: evitare, deviare, bloccare gli attacchi fino al momento in cui possiamo applicare un contrattacco veloce diretto ad un punto vitale. Con questa strategia un combattente più debole ma agile e tecnico può sconfiggere il gigante che lo aggredisce.
Nel secondo caso, ci troviamo ad affrontare un avversario più veloce e sfuggente; la strategia vincente è quella di incalzarlo fino a riuscire ad applicare un controllo ed una tecnica di finalizzazione che sfrutti la nostra forza superiore (una leva, uno strangolamento o una proiezione). Le versioni del Muay Lopburi e del Muay Chaiya ci fanno “indossare i panni” del gigante che applica la sua potenza in modo risolutivo.
Una tale ricchezza di sfumature tecniche non può essere apprezzata senza una conoscenza approfondita delle tradizioni culturali del popolo Thailandese. Per questo motivo nei corsi di Muay Boran IMBA una parte dell’insegnamento viene dedicata allo studio delle origini ancestrali dei nomi di ogni tecnica Mai Muay Boran.
Solo così si può sperare di risolvere gli enigmi di un’Arte meravigliosa e complessa come il Muay tradizionale, riuscendo ad apprezzarla fino in fondo.

Per maggiori informazioni:
Muay Thai Boran tecniche segrete
L’Arte della lotta Thailandese